opera di botero

Mostra Botero a Verona

Dal 21 ottobre 2017 al 22 aprile 2018

Presso AMO Museo dell’Opera.

Visite guidate: info@veronamostre.com

La mostra di Verona celebra i cinquant’anni di carriera del grande artista colombiano con un’esposizione di 50 dipinti di grande formato che ripercorrono il suo particolarissimo stile: corpi abbondanti, colori vividi, atmosfere magiche, ironiche e malinconiche tipiche di una certa poetica sudamericana.

Ferdinando Botero è uno dei pochi pittori viventi ad aver conquistato uno straordinario successo di pubblico tanto che i tipici corpi smisurati dei suoi dipinti e sculture sono ormai una riconoscibilissima icona dela contemporaneità.

La mostra sarà divisa in sezioni.

Gli inizi

Nato a Medellin, in Colombia, Fernando Botero mostra da subito nella sua pittura una forte sensibilità per i volumi e la pienezza dei corpi, tipica in realtà dell’estetica sudamericana (Orozco, Siqueiros, Diego Rivera) che affonda le radici nelle deformazioni e nella sintesi proprie dell’arte precolombiana. Dal primo viaggio in Europa, tra Spagna, Francia e Italia, ritorna con una più approfondita conoscenza tecnica e compositiva dei grandi maestri del Rinascimento e del Barocco che riversa nelle sue opere. Fatica tuttavia a trovare spazio sulla scena internazionale dove domina astrattismo e pop art. In questa sezione “Ragazza persa nel Giardino” e “Apoteosi di Ramon Hoyos”.

Antichi Maestri

botero arnolfini

I Coniugi Arnolfini, da Van Eyck.

Con lo straordinario successo di pubblico (la critica faticherà sempre a considerarlo seriamente) Botero consolida il suo stile e, come molti altri artisti prima di lui, rivede attraverso i suoi occhi, i grandi classici della pittura europea. Giotto, Piero della Francesca, Leonardo, Mantegna e ancora Velázquez, Goya, Ingres, Rubens, Manet.
Dalla storia dell’arte Botero attinge figure, modelli, composizioni, rielaborate con caratteristiche e sensibilità originalissime. In questa sezione, tra le tante opere, l’omaggio a Goya e Velasquez con “l’infanta Margherita Teresa”, la “Fornarina” di Raffaello, “I coniugi Arnolfini”.

Nature Morte

Questo soggetto ha una grande importanza nella pittura di Botero. La natura morta è il soggetto in cui un artista può mostrare la sua tecnica in maniera quasi del tutto fine a sè stessa, concentrandosi sulla sola tecnica e composizione. Botero sembra quasi volerci dimostrare che la sua estetica “espansa” si applica non solo alla figura umana, ma a tutto il mondo che attraverso i suoi occhi e i suoi pennelli si arrotonda e si gonfia. Egli è il pittore dell’armonia e della serenità in un secolo che è stato definito di ansia e angoscia. E cosa meglio di una forma arrotondata e priva di spigoli per suscitare pace e tranquillità? Gli oggetti dipinti in questa sezione sono tutti privi di spigoli vivi e asperità. I rebbi delle forchette sono perfettamente arrotondati o addirittura coperti da pezzi di frutta, i coltelli smussati, angoli e spigoli dei tavoli addolciti, le superfici di brocche e bottiglie lisce e satinate così da rendere il mondo raffigurato gentile e rilassante.

Il Circo

circo botero

Gente del circo

Il circo da sempre è stato fonte di ispirazione per moltissimi grandi artisti. Botero, che entra in contatto con questa forma di intrattenimento in Messico, non fa eccezione. I personaggi, i costumi e le decorazioni variopinte, i movimenti, le storie di uno spettacolo così suggestivo e malinconico compaiono in una bilanciata armonia nelle tele di Botero attraverso carrellate di pagliacci, maschere carnevalesche, elefanti e cavalli. Per quanto Botero abbia sempre preso le distanze da chi cercava di fare rientrare la sua arte nella definizione di “realismo magico”, guardando le opere di questa sezione non si può non pensare a certe tele di Donghi come il “giocoliere” in cui vi è un contrasto straniante e sospeso, tra le pose dinamiche e “instabili” dei protagonisti del circo e la generale e invincibile immobilità che pervade la composizione.

Mondo Latino-Americano

Le sorelle.

Il velo di nostalgia che pervade molte delle opere di Botero, incluse quelle in mostra a Verona, ci parla della nostalgia per la sua terra natia, conosciuta da ragazzo e abbandonata durante i suoi lunghi soggiorni negli Stati Uniti e in Europa. Riferimento e ispirazioni della sua arte affondano le radici nei dipinti e nelle sculture policrome tipiche dell’espressione artistica coloniale, nel folklore popolare e nell’arte precolombiana. Questa sezione è forse la più profonda e significativa dell’intera mostra in quanto permette di comprendere gli elementi determinanti dell’arte di Botero che non può certo essere ridotto al pittore delle “donne ciccione”. Lo stesso artista afferma che l’arte, per essere universale, deve essere parrocchiale. Botero è diventato uno dei pittore di maggior fama mondiale portando sulla scena internazionale temi, atmosfere, stili propri di un piccolo paese sudamericano ai confini dell’Occidente. Ma è proprio questo affondare le radici in un piccolo mondo antico che lo rende così autentico, universale e in grado di comunicare e farsi apprezzare da un pubblico così vasto ed eterogeneo.
Anche in questo caso, guardando a questi irresistibili interni colombiani, non si può evitare di pensare alle atmosfere e situazioni che emergono dagli scritti di Gabriel Garcia Marquez, soprattutto nel suo celeberrimo “Cent’anni di solitudine”, scrittore a cui Botero è spesso stato accostato e non solo per la comune nazione d’origine.
La sezione inoltre mostra come Botero, anche quando tratta temi drammatici, cerchi di eliminare dalle sue composizioni ansia e pathos, alla costante ricerca di una pace e armonia, non solo formale. Anche quando rappresenta il dramma di una vedova o il degrado di una casa di tolleranza, le pose dei personaggi, i loro sguardi, i colori, l’atmosfera complesssiva e naturalmente i corpi così smisurati, contribuiscono a disinnescare ansia e angoscia nello spettatore che finisce per guardare le tele con un sorriso benevolo.

Politica

Botero tra le suo opere annovera anche ritratti di personaggi della vita politica della sua madrepatria: uomini di potere, politici, diplomatici. L’attenzione per gli aspetti esteriori, sgargianti e multicolore dei personaggi ci strappano un sorriso nei loro atteggiamenti un po’ pomposi e se vi è una critica, essa è comunque stemperata e benevola.

Corrida

Un’aspetto della cultura latina cui Botero è legato, anche per questioni personali (da piccolo lo zio cercò di farlo diventare un torero), è la corrida, soggetto che ha spesso attratto gli artisti, Picasso tra tutti, ed è soggetto dei suoi dipinti. Anche in questo caso il dramma e la tensione si smorzano nella particolare tecnica dell’artista. Le espressioni dei personaggi, anche quando impegnati in una lotta pericolosa, non sono mai deformate dalla fatica, dalla paura o dal dolore, come sulle raffigurazioni degli antichi vasi greci dove anche gli eroi morenti hanno sempre il sorriso sul volto, proprio per non suscitare passioni.
In una delle opere di questa sezione, sul volto del toro ormai sconfitto, morto o morente, trascinato per le corna fuori dall’arena, c’è un’espressione più di attonito stupore che di sofferenza o terrore.

Religione

Nostra Signora di Colombia

Nostra Signora di Colombia

Come uomo e artista intriso della cultura sudamericana la religione è per Botero una fonte di ispirazione che si riflette nelle atmosfere soprannaturali dei suoi dipinti e certi atteggiamenti ieratici e quasi mistici dei personaggi che raffigura.
In questa sezione appare evidente il riferimento al cosiddetto “barocco andino”, lo stile tipico di una certa arte devozionale popolare tipica del Sud America dalla quale Botero attinge ispirazioni e stilemi portandoli in una dimensione universale e internazionale.

E sempre una rielaborazione di concetti artistici antichi sono le sante ritratte in abiti e atteggiamenti moderni. Botero qui fa riferimento alla tradizione pittorica cinquecentesca e seicentesca di ritrarre personaggi della tradizione religiosa in abiti e contesti contemporanei. Anche le sante di Botero hanno tutti gli attributi tipici della loro agiografia, portano in mano la palma o sul corpo i segni del martirio, ma l’abbigliamento è quello di una donna contemporanea come la si potrebbe vedere passeggiare su una strada di New York, Parigi o Londra.
In questa sezione dipinti quali “Il seminario” (2004), “Il Nunzio” (2004) o la “Passeggiata sulla collina” (1977) o la serie delle sante: Sant’Ursula, Santa Barbara, Santa Casilda, Santa Gertrude.

Il Nudo

Un altro tema caro all’artista è il nudo, con opere di grande impatto grazie anche ai volumi esagerati dei corpi, caratteristica questa propria dell’arte di Botero. L’atmosfera nostalgica e fantastica che si materializza sulla tela ammanta i copi nudi di un fascino edenico, privo di peccato o malizia. Coerenti con l’opera di Botero, le veneri o le donne nude sono prive di carica erotica e non accendono le passioni dello spettatore. Esse si fanno guardare, senza guardarci, per la semplice piacevolezza dei volumi dei propri corpi.

Visite Guidate

Le guide turistiche di Verona propongono come sempre visite guidate in mostra e alla città per gruppi, scolaresche, visitatori individuali.

Informazioni

Lunedì dalle 14.30 alle 19.30 Dal martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Costo del biglietto: 13 euro a persona, ridotto gruppi (minimo 15 partecipanti, massimo 25) 11 euro a persona, ridotto scuole 5 euro, scuole dell’infanzia 3 euro.

Per i gruppi è prevista la prenotazione obbligatoria, diritti di prenotazione 1,5 euro per adulti, 1 euro per le scolaresche. Microfonaggio obbligatorio, 30 euro a gruppo.

Mostra Botero a Verona ultima modifica: da Redazione